mercoledì 2 marzo 2011

For.Mike

Lo sento che scende verso il basso, caldo, viscido, lento, quasi ozioso.
Dal centro della testa scende.
Lo sento.
Mi sollettica quasi mentre percorre la mia guancia.
Mi guardo veloce intorno.
Realizzo.
Muovo dei passi goffi.
Gli ultimi passi.
Sento le formiche.
Dal piede sono salite all'inguine.
La mia gamba.
La mia gamba non la sento più.
Avviso.

C'è allerta intorno a me.

Il mio braccio.
Il mio braccio non lo sento più.
Arriva la cassettina color arancio.
Le tute blu.
Iniziano le domande.
Tono freddo.
Tono veloce.
Tono spazientito.
TOno che ostenta dare fiducia alle mie dichiarazioni.
Intanto le formiche sono morte nella gamba.
Con i minuscoli insetti è morta pure lei.
La mia gamba.
Chiudo gli occhi.
Basta con le domande.
Non sento più la gamba.
Non sento più la gamba.
NON SENTO PIU' LA GAMBA.
Le formiche nervose e laboriose tacciono pure sul braccio.
Sono state sterminate pure lì.
Ora il mio corpo è in pace.
Quello strano fermento pare sia passato.
Il formicolio è stato chetato.
Ora fate silenzio.
La gamba destra e il suo amico braccio destro devono riposare.
sono caduti in un sonno profondo.
Un sonno ozioso.
Dal quale è difficile svegliarsi.
Susseguirsi di visi amici.
Interminabile giostra di eventi.

Fla-Via

3 commenti:

  1. Non ho parole...
    Ho vissuto quei momenti e li ricordo bene.. ricordo come fosse ora la tua telefonata di pochi minuti prima..
    Non ero insieme a te quando è successo ma ora, grazie alle tue parole, ho un'immagine ben chiara nella mente. Come essere stato davvero la.

    Probabilmente quell'esperienza ha messo in ombra una parte di te, del tuo corpo più che altro, ma ne ha messo in luce una brillante e grandiosa del tuo cuore e della tua mente!

    RispondiElimina
  2. Come dice il tuo amico, grazie a questo scritto ho un'immagine più chiara di quel che ti è capitato e di come lo hai vissuto; ci ho pensato tantissimo, ho immaginato in tutti i modi quei minuti e quegli attimi, e un pò c'ho preso a quanto pare...so però che è anche inutile parlare, ora è meglio tacere e lasciarti fare perhcè con la scrittura puoi dire quel che a parole non si può. O non viene comunque ascoltato.
    tvb, Giò

    RispondiElimina
  3. Mi hai sempre parlato della senzazione del bicchiere d'acqua caldo che si rovesciava. I miei ricordi sono vivi come se fosse Lunedi, sono arrivato da te una ventina di minuti dopo , l'attesa di vederti era veramente estenuante, anche se già dalla telefonata sapevo che non girava come doveva girare. Mi ricordo bene il peso che trascinavi e lo sguardo con cui ci siamo capiti !

    VVV..

    RispondiElimina